Olio extravergine di oliva Monti Iblei DOP

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Continuiamo il nostro viaggio nell’esteso panorama della tradizione olivicola siciliana, spostandoci oggi nella zona sud-orientale dell’isola.

Qui, adagiati tra le alture dei Monti Iblei, tra le province di Siracusa, Ragusa e Catania, crescono floride alcune varietà di ulivo che contribuiscono alla nascita dell’olio extravergine di oliva Monti Iblei.

Un’altra eccellenza della produzione di olio siciliano: si tratta di un prodotto caratterizzato da un gusto fruttato e dai toni erbacei, che ricordano il pomodoro o il carciofo (a seconda dell’oliva utilizzata), ma che si lascia andare anche a tonalità piccanti.

Caratteristiche uniche e irripetibili che sono valse all’olio extravergine di oliva Monti Iblei il marchio DOP.

Tra mito e storia

Il percorso dell’olio nelle terre siciliane ha una storia millenaria, persa così tanto nei tempi antichi da mischiarsi con la mitologia.

Secondo il mito, si deve infatti ad Aristeo, figlio del dio Apollo, il merito di aver introdotto l’albero sacro in Sicilia, oltre che di averne insegnato la coltivazione ai popoli locali.

Il mito di Aristeo in realtà ricalca la vera storia dell’ulivo, importato intorno al 1000 a.C. dai Fenici, che in quei secoli colonizzarono diverse parti della Sicilia.

La successiva colonizzazione greca della Magna Grecia spinse ulteriormente la diffusione di questa speciale cultivar. 

Dal Medio Oriente al Rinascimento

L’ulivo nasce in realtà in Medio Oriente, tra la Mesopotamia e la Palestina.

Ciò è testimoniato anche dai Vangeli, che raccontano dell’ultima notte di Gesù passata proprio nell’orto degli Ulivi.

L’importanza religiosa dell’ulivo permise poi all’albero di salvarsi dall’oblio (a favore dei grassi animali) per merito della Chiesa che usava l’olio d’oliva per le sue funzioni religiose. 

Fu poi l’arte a utilizzare l’olio d’oliva per la pittura su tela, mentre una spinta decisa al consumo alimentare di questo prodotto lo si deve alla rivoluzione industriale.

Oggi l’Italia è il secondo produttore mondiale di olio d’oliva, e può vantare quasi 50 DOP di questa cultivar.

Tra queste rientra anche l’olio extravergine di oliva Monti Iblei DOP.

Lo scenario dei Monti Iblei

Punto di partenza fondamentale di questa eccellenza è costituito dai Monti Iblei.

Questi ultimi costituiscono in realtà un altopiano montuoso, in cui la vetta più elevata – il Monte Lauro – non supera i 1000 metri di altezza.

Questo lo si deve alla ormai remotissima formazione della catena di vulcani.

Ebbene sì, perché i Monti Iblei altro non sono che vulcani sottomarini, i quali nei secoli hanno emesso lava che si è accumulata ed è andata a formare le alture della zona.

Una zona al confine con la piana di Catania, a ridosso quest’ultima di una nuova area vulcanica (rappresentata dall’Etna).

Proprio nella parte settentrionale dei Monti Iblei è possibile ritrovare sedimenti di roccia magmatica che testimoniano l’attività vulcanica degli Iblei.

Un’attività tettonica ormai sopita, se non in episodi di terremoti come quello distruttivo del 1693.

Tra gole e alture

Nei secoli i movimenti magmatici hanno poi lasciato il posto all’attività erosiva dell’acqua. 

I Monti Iblei sono infatti solcati da una serie di corsi d’acqua, che hanno solcato dei veri e propri canyon, detti comunemente “cave”. In mezzo a queste cave sorge ad esempio il comune di Scicli, nella provincia di Ragusa.

Proprio la conformazione del paesaggio ibleo contribuisce al successo dell’eccellenza olivicola della zona.

Qui, salendo sulle colline, si distribuiscono distese di ulivi, spesso in concomitanza con altre cultivar come quella degli agrumi.

Una rigogliosità favorita anche dalla forte presenza del vento e dall’ampia escursione termica tra giorno e notte

L’olio extravergine di oliva Monti Iblei DOP

Ne deriva un prodotto, come detto, unico nel suo genere, il cui successo affonda ormai nella storia.

L’importanza dell’olio ibleo è infatti testimoniato dalle cosiddette pandette, dei trattati commerciali di origine romana che attestano l’utilizzo dell’olio d’oliva come pregiata moneta e merce di scambio.

Nel corso dei secoli, la coltivazione dell’olio extravergine di oliva Monti Iblei è continuata in maniera incessante fino ai giorni nostri.

L’olio ibleo rappresenta un unicum nella cultivar olivicola anche per via delle sue tonalità fruttate, già riconoscibili all’olfatto.

È infatti possibile sentire un aroma di carciofo (nel caso in cui vengano usate le varietà di Zaituna, Verdese e Moresca) o al contrario di pomodoro verde (in presenza della cosiddetta Tonda Iblea).

A queste varietà si possono unire anche le specialità Nocellara Etnea (già presente nel Monte Etna DOP) e Biancolilla.

Al palato il fruttato acquista intensità, ma è possibile sentire anche tracce di aromi erbacei.

La raccolta delle olive per la produzione dell’olio extravergine di oliva Monti Iblei DOP

Per ottenere un prodotto di livello altissimo, gli agricoltori aspettano che l’oliva passi da un colore verde opaco a uno lucido, che quasi tenda al giallo.

A quel punto avviene la raccolta, fatta a mano o con mezzi meccanici, ma prestando attenzione ad ogni singola fase, anche quella del trasporto che avviene in contenitori forati per far respirare l’oliva.

Il frutto dovrà essere poi macinato nei frantoi entro due giorni e la sua resa non dovrà superare il 18%.

Usi dell’olio extravergine di oliva Monti Iblei DOP

A questo punto l’olio extravergine di oliva Monti Iblei è pronto ad essere venduto, accompagnato rigorosamente dal marchio DOP e dall’indicazione geografica precisa dell’uliveto di origine.

Vista la sua bassa acidità, è possibile gustarlo da solo su una bruschetta, ma è perfetto anche per condire insalate, carne e pesce.

Curiosità

L’ulivo si lega indissolubilmente alla storia della Sicilia e ai suoi protagonisti. Tra questi Polifemo, il ciclope che viveva sull’Etna, accecato da Ulisse proprio con un tronco d’ulivo incandescente.

Il termine extravergine che si accompagna alle DOP siciliane indica invece l’assenza di solventi nella produzione dell’olio, ottenuto quindi dalla semplice macinatura dell’oliva.

L’olio è poi protagonista di diversi proverbi.

Con l’olio ed il sale, si fa buono anche uno stivale.

L’olio e la verità tornano sempre a galla.

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