Limone Interdonato IGP

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Se dovessimo scegliere una pianta che più di tutte rappresenta la Sicilia, la scelta ricadrebbe senza troppi dubbi sul limone.

Il frutto, soprattutto nella sua versione gialla, è tipico dei passaggi siciliani, colorati come una tela dai suoi colori accesi e dal profumo delicato delle zagare.

L’agrume arriva in Sicilia ai tempi delle Crociate e si diffonde velocemente su tutta l’isola, in particolare sulle zone costiere dove l’albero trova il suo habitat ideale.

Utilizzato inizialmente solo come ornamento, si deve soprattutto ai Padri Gesuiti un impulso alla coltivazione specializzata del limone, che quindi diventa fondamento dell’economia siciliana.

L’agrume inizia a riempire le campagne dell’isola, in tutte le varietà che pian piano vanno creandosi.

Tra queste troviamo l’ariḍḍaru, una particolare varietà che cresce nelle zone costiere del messinese.

Qui il “colonnello” Interdonato, ritiratosi a vita privata dopo l’Unità d’Italia, combina questa varietà al cedro, ottenendo un frutto incredibilmente dolce, grazie alla bassa presenza di acido citrico.

Nasce così il limone Interdonato, che diventa un’eccellenza Messinese ancora oggi fulcro dell’agricoltura della zona, e che ha ottenuto anche il marchio IGP.

Breve storia del limone 

Quello del colonnello Interdonato è solo una delle tante varietà di Citrus Limon, un albero appartenente alla famiglia delle Rutaceae, ovvero gli agrumi.

Questa pianta, ibrido tra il cedro e l’arancio amaro, appare per la prima volta in Birmania, e successivamente arriva in Medio Oriente e in Persia.

È qui che prende il nome attuale: deriva dal persiano līmū, che indicava in realtà tutta la famiglia degli agrumi.

Già conosciuto ai tempi dei romani e dei greci come mela della Media (ma probabilmente solo per importazione di alcuni frutti), la sua coltivazione in Europa la si deve ai Crociati, di ritorno dalla Terra Santa, che portano alcune piantine. 

Il frutto siciliano

L’albero di Citrus Limon si adatta perfettamente al clima siciliano, ideale grazie alla presenza del mare e alla costante ventilazione naturale.

Tuttavia, visto il suo sapore aspro, sopravvive inizialmente come semplice ornamento. Saranno poi i Padri Gesuiti, nel Seicento, a cogliere le potenzialità del limone, ricco di vitamine e oli essenziali dai forti poteri terapeutici.

Grazie al lavoro degli esperti coltivatori religiosi, quella pianta ornamentale diventa la base dell’agricoltura siciliana, che inizia ad arricchirsi di estesi agrumeti, con esportazioni che arrivano in tutta l’Europa, – come nel caso del Limone di Siracusa IGP.

Il colonnello Interdonato 

L’albero del limone trova il suo clima ideale in una fascia della Terra che comprende il Sudafrica, l’Uruguay, il Messico e appunto il Mediterraneo.

Le coste siciliane si colorano del giallo del limone, così anche la zona dello Stretto. Qui nasce nel 1813 anche Giovanni Interdonato, figlio di proprietario terriero. 

Egli fu protagonista dei moti insurrezionali del 1848, che portarono al breve allontanamento dei Borbone, che però a fine anno rientrarono a Messina, costringendo l’ormai noto “colonnello” alla fuga prima a Palermo e poi a Malta.

Dopo un nuovo tentativo di insurrezione, fu incarcerato a Ustica dove conobbe Teresa Longo, con la quale convolò a nozze.

Con l’arrivo dei Mille, guidò l’avanguardia a Messina, ma l’anno dopo, per alcuni malumori interni, si dimise dall’esercito ritirandosi a vita privata.

La nascita del limone Interdonato IGP 

Andò quindi a vivere nel comune di Nizza di Sicilia, che aveva cambiato nome dal momento che il precedente “San Ferdinando” mostrava un legame troppo forte con il passato borbonico.

Questo cambio fu voluto anche dal colonnello, che fu sindaco di Nizza di Sicilia fino alla morte, avvenuta nel 1889.

Nel tempo libero si dedicò alla sua passione, gli agrumi, coltivati con passione nella propria villa in contrada Reitano.

Qui provò più di 200 innesti, arrivando finalmente a creare un limone speciale, frutto dell’incrocio tra il cedro e l’ariḍḍaru (una varietà della zona messinese).

La raccolta 

Ancora oggi, il limone che prende il nome dal suo creatore viene coltivato in tutta la zona costiera che si affaccia sullo Ionio, che va da Messina a Giardini Naxos, passando per Scaletta, Roccalumera e Taormina.

L’albero, molto sensibile e delicato, deve essere sottoposto a cure attente, a partire dalla potatura dopo febbraio, e alla continua irrigazione in estate.

Il limone Interdonato IGP fiorisce massimo due volte all’anno. La raccolta, eseguita manualmente, inizia a settembre per concludersi a febbraio (sebbene ci si possa prolungare anche fino ad aprile).

Caratteristiche del Limone Interdonato IGP 

Il limone Interdonato IGP è un frutto abbastanza grande, dalla forma leggermente allungata, con una buccia gialla che sulle due estremità si tinge di un verde appena visibile.

La polpa è anch’essa gialla, e la sua caratteristica distintiva è sicuramente la particolare dolcezza.

Questa deriva dal cedro, genitore di questa varietà, che con la sua bassa percentuale di acido citrico dona quel sapore meno aspro e più dolce, che permette di consumare il limone Interdonato IGP anche da solo o come ottimo accompagnamento ad un tè caldo.

Si può usare anche per la preparazione di spremute e ricette tradizionali, come il limone zuccarato.

Per via del suo particolare sapore dolce, che lo rende unico, il limone Interdonato ha ottenuto il marchio di Indicazione Geografica Protetta.

Ad Agosto, nel comune di Alì Terme si tiene la sagra in onore di questa eccellenza.

Curiosità 

I Romani utilizzavano il limone come antidoto contro i veleni, mentre in tempi più recenti si pensava curasse lo scorbuto, una malattia in realtà causata dalla mancanza di Vitamina C (di cui l’agrume è ricco).

In passato, per avere capelli lucenti, si usava fare impacchi di limone e olio d’oliva.

Il limone più pesante del mondo è nato nel 2003 in Israele, e superava i 5 kg.

Il limone è anche protagonista di detti e frasi celebri.

Se la vita ti dà un limone, fanne una caipirinha (proverbio brasiliano)

Il cuore delle donne è fatto a limoncello: uno spicchio a questo e a quello e l’amore se ne va.

Quand’è spremuto si getta via il limone.

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