Olio extravergine di oliva Valdemone DOP

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La Sicilia è una terra ricchissima di tradizione olivicola, che affonda le sue radici nel mito.

Sono tante le varietà di olio extravergine di oliva presenti sul territorio, ed una di queste è rappresentata dal Valdemone, che ha ottenuto il marchio DOP.

Così chiamato in riferimento all’antico territorio amministrativo corrispondente all’incirca all’attuale provincia di Messina, l’olio extravergine di oliva Valdemone DOP presenta un colore verde limpido, con riflessi gialli, con un sapore a metà tra il fruttato della mandorla e l’amaro del cardo e del pomodoro.

Storia millenaria

L’ulivo giunge sull’isola già nel 1000 a.C. per opera dei Fenici, che trapiantano in Sicilia un albero che appare per la prima volta in Medio Oriente. Successivamente saranno i greci a continuare l’opera di diffusione dell’albero sacro, diffondendolo anche al di là dello Stretto. 

Successivamente, con la dominazione romana l’ulivo travalicherà i confini delle Alpi per giungere in tutta Europa.

Fu proprio grazie ai Romani che l’olio assunse un valore altissimo, testimoniato anche da alcune pandette: accordi commerciali che riportavano l’uso dell’olio d’oliva come merce di scambio.

Tra Chiesa e arte

In seguito alla caduta dell’Impero Romano, l’olio d’oliva perderà valore, soppiantato dai grassi animali.

Sopravviverà grazie all’utilizzo liturgico e artistico, per poi riacquisire importanza con la rivoluzione industriale.

In effetti, in tutta l’isola sono presenti resti di frantoi sorti già nel ‘500, e le attestazioni demaniali dei secoli scorsi fanno emergere la rilevanza che la coltivazione dell’ulivo ha avuto sull’agricoltura siciliana, anche nella cosiddetta Val Demone.

I Valli

Quando parliamo di Vallo in Sicilia non ci riferiamo al concetto geografico di vallata. 

Con Vallo si intende, piuttosto, l’antica suddivisione del territorio siciliano.

Il termine deriva dall’arabo wilaya, che si riferiva alle province, e quindi in maniera più larga ai territori.

Secondo altre ipotesi, invece il termine sarebbe la traduzione latina del termine arabo iqlim, il cui significato è proprio quello di territorio.

L’origine araba del nome è dovuta al fatto che la prima suddivisione, seppur non amministrativa ma semplicemente geografica, avvenne sotto la dominazione mussulmana.

Fu poi la casata di Svevia a rimarcare il carattere amministrativo dei Valli, che erano sostanzialmente tre: il Vallo di Mazara, il Val di Noto e il Val Demone.

Il Val Demone

Quest’ultimo corrisponde più o meno all’attuale provincia messinese.

L’origine del nome è piuttosto incerta e nel corso dei secoli si sono fatte diverse ipotesi.

Secondo alcuni il nome deriverebbe da Dimnsac, nome attribuito ad una gola nei pressi di Rometta, capitale del Thema di Sikelia (una delle due unità territoriali della dominazione bizantina).

Altri invece fanno risalire il termine Demone ad un’accezione mitico-religiosa: nel territorio del Val Demone ricade anche larga parte del vulcano Etna, sede secondo le credenze di demoni che presidiavano l’ingresso agli Inferi, rappresentato dal Mungibeddu

Interpretazioni secondarie invece legherebbero il termine ad una possibile colonizzazione della polis di Sparta (i cui abitanti erano detti, appunto, Lacedemoni): una colonizzazione testimoniata anche da ritrovamenti archeologici nell’area.

L’ipotesi forse più veritiera rimanderebbe piuttosto il termine all’antico centro di Demenna, luogo natale di San Filippo, secondo alcuni corrispondente al comune di Monforte San Giorgio. 

Il territorio del Val Demone

In realtà, questo antico centro lasciò verosimilmente posto alla ben più importante Messina, che divenne il centro amministrativo del Val Demone.

Un Vallo che col tempo si estese fino all’Imera (dove confinava con il Vallo di Mazara) e quindi a Cefalù, che annesse poi il Vallo di Castrogiovanni – odierna Enna – e che comprendeva tutta l’area dell’Etna.

Non è certo invece l’inclusione di Catania, città al confine con il Vallo di Noto, su cui ancora oggi si dibatte.

Si tratta di una zona ampia, che oltre alla provincia di Messina abbraccia anche parte di quelle di Catania, Enna e un breve lembo del palermitano.

Una zona ricca di alture, dove la ripidità dell’Etna trova una continuazione nelle alte vette dei Nebrodi.

I piccoli conglomerati urbani sono sorti, per necessità, sulle coste tirreniche e ioniche, e nelle sporadiche vallate tra i Monti Nebrodi, solcate da piccole sorgive che nutrono il terreno.

L’olio extravergine di oliva Valdemone DOP

Proprio questo terreno dà vita alla cultivar del Valdemone DOP, diffuso praticamente in tutta la provincia di Messina ad esclusione di alcuni piccoli centri.

Qui crescono 4 varietà essenziali di ulivo, alla base dell’olio d’oliva: Messinese, Minuta, Ogliarola e Sant’Agatese.

La percentuale di queste varietà (da sole o assieme) deve essere almeno del 70%, mentre la restante parte può essere arricchita da altre varietà della zona – ma mai con l’utilizzo di solventi, perché altrimenti non si parla più di olio extravergine.

La raccolta

Il cammino che porta all’olio extravergine di oliva Valdemone DOP è comunque lungo.

Si parte fin da subito dopo la raccolta con la rimunnatura (ovvero l’eliminazione dei rami in eccesso); seguono nei mesi opere di concimazione, fino all’inizio della raccolta, in ottobre, che si prolunga fino a gennaio.

Quest’ultima può essere fatta sia a mano che con i cosiddetti “pettini vibranti”, e si possono adoperare le reti.

La macinazione deve avvenire nei frantoi entro due giorni dalla raccolta, previo lavaggio delle olive, e non deve superare i 30 °C.

Caratteristiche dell’olio extravergine di oliva Valdemone DOP

Ne deriva un olio dal verde limpido, ma frastagliato da riflessi gialli.

Ad un primo avvicinamento olfattivo si possono sentire chiaramente aromi fruttati, che però sono accompagnati da sentori aromatici, conferiti dalle coltivazioni e dalle piante spontanee della zona.

Passando all’assaggio, oltre alla freschezza del prodotto, è possibile sentire fin da subito un gusto fruttato, che allude alla mandorla, ma che lascia poi il posto ad un retrogusto amaro tipico del pomodoro e del cardo.

Usi dell’olio extravergine di oliva Valdemone DOP

L’olio extravergine d’oliva Valdemone, per via della sua unicità ha ottenuto il marchio DOP, che deve essere sempre ben specificato. 

Dal sapore intenso soprattutto nei primi 6 mesi dalla spremitura, si può usare per condire insalate e bruschette, ma è ideale anche per la preparazione di diverse ricette.

Curiosità

L’olio d’oliva è protagonista di diversi miti e leggende. Secondo Omero, fu proprio con un tronco d’ulivo che Ulisse accecò il ciclope Polifemo.

I grandi artisti rinascimentali usavano l’olio d’oliva nei loro dipinti, che infatti presero il nome di “olio su tela”

L’olio è poi presente in diversi proverbi.

Dolori, olio dentro e olio fuori

Con l’olio ed il sale, si fa buono anche uno stivale

L’olio tanto più pende, tanto più rende

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