Uva da tavola di Mazzarrone IGP

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La cultura enogastronomica siciliana può vantare una lunga serie di cultivar che hanno ottenuto anche marchi di qualità a livello nazionale.

Questo vale anche per il settore viticolo, che annovera una lunga lista di vigneti protetti, destinati alla produzione di vini di eccellente qualità ma anche di uve da mensa (dette anche da tavola) di estrema dolcezza e genuinità.

Quest’ultimo è il caso dell’uva da tavola di Mazzarrone, che nel 2003 ha ottenuto il marchio IGP.

Si tratta di un’eccellenza del territorio di Mazzarrone (e di tutto il Calatino), considerata a ragione la capitale dell’uva. 

Il frutto di Mazzarrone, in tutte le sue varietà possiede una polpa croccante e dal gusto dolce, ma mai stucchevole.

La vite

Si tratta del frutto della vitis vinifera, ovvero la vite europea, quella che siamo più avvezzi a vedere.

Fa parte della famiglia delle Vitaceae, piante dal carattere rampicante, ed apparve 300.000 anni fa, come testimoniato da alcuni ritrovamenti.

Di questi, quelli che si possono datare più indietro nel tempo si collocano in Anatolia e sulle rive del Mar Caspio. Da qui, verosimilmente, parte la storia della vite, che poi fu portata in Sicilia dal tiranno di Siracusa Dionisio.

Il suo nome ricorda anche quello di Dioniso, dio greco associato al vino che poi diventerà Bacco per i Romani (raffigurato più di mille anni dopo da Caravaggio proprio con l’uva e la vite a cingergli il capo).

In realtà, tracce di vite di oltre 2 milioni di anni fa sono state trovate anche in Toscana, il che metterebbe in dubbio l’origine mesopotamica della pianta.

Fatto sta che oggi la vite più longeva del mondo si trova in Alto Adige. Si chiama Versoaln e vive in armonia con il territorio circostante dal XV secolo.

Un evento fortuito

Il successo della vite deriva però da un evento del tutto fortuito. Gli uomini del neolitico, già stregati dalla dolcezza del frutto, ne conservavano grandi quantità in dei recipienti.

Ebbene, in uno di questi, lasciata troppo a lungo, l’uva cominciò a fermentare arrivando a creare il vino.

La bevanda alcolica ha avuto così una crescita straordinaria, grazie anche alla prima globalizzazione ad opera dei Romani.

Un vanto tutto italiano

Tutto ciò a scapito dell’uva da mensa, che in realtà ha continuato ad essere consumata, come testimoniano tanti affreschi e raffigurazioni.

Quello che mancava all’uva da tavola era però una tutela che la distinguesse dall’uva da vino: questo avvenne nel 1887, proprio in Italia.

Furono infatti gli agricoltori italiani a chiedere al neonato governo una legge che differenziasse la produzione da vino da quella da mensa.

La legge fu ottenuta e così si poté lavorare anche sulla genetica dell’uva, per proteggerla dalle tante epidemie del tempo e per creare via via nuove varietà sempre più resistenti.

Le varietà di uva da tavola di Mazzarrone IGP

La storia dell’uva da tavola si trova racchiusa anche nell’uva di Mazzarrone, che a differenza dell’uva di Canicattì non si basa solo sulla varietà Italia, ma anche su altre 5: Palieri, Victoria, Red Globe, Black Pearl e Black Magic.

La varietà di uva Italia deve la sua nascita all’agronomo lombardo Alberto Pirovano, che la ottiene incrociando Bicane e Moscato.

Egli deciderà di dare alla sua creatura il nome del Regno che per primo ottenne una distinzione giuridica per l’uva da mensa.

Sempre in Italia nasce anche la varietà Palieri, che prende il nome dal suo inventore, Michele Palieri.

Questi è il creatore di una specialità che vede la luce a Velletri nel 1958, caratterizzata dal colore viola.

Originarie dell’Est Europa sono invece la Victoria e la Black Magic: la prima creata in Romania, la seconda in Moldavia (a Chisinau).

La Victoria è un’uva dorata come la varietà Italia, mentre la Black Magic, come si evince dal nome, si fa notare per il suo colore scuro, un po’ come le notti nella Transilvania di Dracula.

Di origini transoceaniche, e più in particolare californiane, sono invece le varietà Black Pearl e Red Globe. Se la prima dal colore ricorda tanto la moldava Black Magic, la Red Globe presenta invece il colore rosso.

L’area del Calatino

Ebbene, tutte queste varietà si ritrovano nell’area di Mazzarrone e di tutto il Calatino.

Quest’ultimo, che inizialmente intendeva indicare soltanto il territorio di Caltagirone, oggi invece indica un consorzio di Comuni dell’area meridionale del Simeto, tra cui appunto Mazzarrone, che è il comune più meridionale del Calatino, al confine con la provincia di Ragusa e sul versante nord dei Monti Iblei.

In effetti, la zona interessata dall’IGP riguarda alcuni comuni del ragusano quali Comiso, Chiaramonte Gulfi e Agate, oltre ai centri catanesi quali Caltagirone, Licodia Eubea e appunto Mazzarrone.

La raccolta

Gli agricoltori del Calatino sviluppano i loro vigneti secondo la modalità a tendone, tipica della produzione viticola meridionale, anche se alcuni adoperano anche la tecnica a controspalliera.

La raccolta si prolunga dal mese di giugno fino a dicembre, per poter ovviamente assecondare i tempi di maturazione delle diverse varietà. 

Si tratta ormai di una cultivar storica, che ha le sue origini a inizi del secolo scorso e che conosce un incredibile sviluppo negli anni Cinquanta, quando per l’appunto gli agricoltori iniziarono ad adoperare tecniche e strumenti moderni per poter sfruttare appieno la maturazione di ogni singola varietà.

Le caratteristiche dell’uva da tavola di Mazzarrone IGP

Ognuna di queste ha delle peculiarità uniche, partendo dall’uva bianca, che si suddivide in Italia e Victoria. Se però la prima si caratterizza per un acino dalla circonferenza quasi perfetta, al contrario la seconda presenta una forma allungata.

Simile all’uva Italia per forma, l’acino della Palieri è invece caratterizzato da un nero tendente al violaceo. Sempre tendenti al viola anche Black Magic e Black Pear, ma con la forma dell’acino più marcatamente ellittica.

Unica varietà di colore rosso, la Red Globe presenta una forma tondeggiante ed è caratterizzata da una tonalità di rosso violaceo molto acceso.

Se a variare sono gli aspetti esteriori, l’uva da tavola di Mazzarrone IGP ha comunque un denominatore comune: una polpa compatta e croccante e dal sapore dolce ma al tempo stesso leggero, nonostante l’alto livello di zuccheri tipico del frutto.

Usi dell’uva da tavola di Mazzarrone IGP

L’uva da tavola di Mazzarrone, per via della sua genuinità, è ideale da mangiare da sola, la mattina, per una carica di zuccheri, ma anche spremuta.

Con questa specialità è poi possibile creare delle gustose confetture ma anche delle strepitose ricette.

Vista la sua importanza, l’uva da tavola di Mazzarrone ha ottenuto nel 2003 il marchio di Indicazione Geografica Protetta (IGP), ed è tra i protagonisti del Festival Internazionale Uva da Tavola IGP, che si tiene ogni fine estate a Mazzarrone, ormai conosciuta come “città dell’uva”.

Curiosità

L’uva ha tantissime proprietà benefiche, e proprio sull’utilizzo di questo frutto si basa l’ampeloterapia. A proposito del nome, questo deriva da Ampelo, un satiro amato dal dio greco Dioniso, a cui come detto si lega indissolubilmente l’immagine del vino e della vite.

Simbolo di fertilità, il grappolo d’uva è presente in diverse opere artistiche, ma anche in favole come “La volpe e l’uva” di Esopo, e in vari detti.

Chi mangia l’uva il primo dell’anno, tocca i soldi tutto l’anno.

Bella vigna, poca uva.

Quando la volpe non arriva all’uva dice che è acerba.

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